giovedì 25 agosto 2011

Dimezzare i parlamentari? No, meglio abolire il Senato

Ci sarebbe una riforma talmente semplice, talmente razionale, talmente ovvia, talmente “a costo zero”, talmente benefica, che non la propone nessuno: l’abolizione del Senato.

Per queste ragioni:
  • è un inutile doppione della Camera; rallenta il processo legislativo costringendo il governo a ricorrere sistematicamente alla decretazione d’urgenza,
  • non è rappresentativo di tutta la popolazione, ma solo di chi ha più di 25 anni,
  • attualmente il 2.5% dei suoi componenti (otto senatori a vita), una percentuale che in caso di esito elettorale sul filo di lana può ribaltare la maggioranza, non è eletto dal popolo. E detta percentuale può addirittura aumentare fino a 14 (il 4.4% dei componenti): Napolitano non ha ancora nominato nessuno, ed egli stesso, se non rieletto nel 2013 si aggiungerà alla lista di quelli in carica,
  • in virtù di un articolo della Costituzione (“il Senato è eletto su base regionale”) abbiamo una legge elettorale che ogni volta rischia di non dare una maggioranza certa al Senato. Abolendolo, l’attuale legge elettorale diverrebbe niente male,
  • con una legge elettorale maggioritaria, qualsiasi essa sia, vi è il rischio che il popolo elegga in ciascuna camera maggioranze di colore diverso.
Abolire il Senato ridurrebbe i costi non della metà, ma di un terzo. Mi accontento. In fondo abbiamo un deputato ogni 90 mila cittadini e un senatore ogni 180 mila. Riducendo della metà avremmo un deputato ogni 180 mila e un senatore ogni 360 mila.

Invece si vagheggia di un “senato delle regioni”, come se in Italia avessimo il problema di dare alla Valle d’Aosta lo stesso peso rappresentativo della Lombardia...

Si obietterà che la doppia lettura delle proposte di legge è una forma di garanzia. Vero, ma è anche una forma di deresponsabilizzazione di ciascuna camera. E che ha la nefasta conseguenza che, per evitare le lungaggini dell'iter normale, ogni legge importante viene dapprima adottata dal governo mediante un decreto, e successivamente dal parlamento mediante un voto di fiducia.

Si obietterà anche che salterebbe la rigidità della Costituzione ex art. 138. Per mantenerla si potrebbe ipotizzare due soluzioni:
  • Soluzione rigidissima: che ogni modifica della carta sia approvata dalla Camera e da alcuni consigli regionali
  • Soluzione meno rigida: che ogni modifica della carta sia approvata dalla Camera a maggioranza assoluta in due successive votazioni in due legislature consecutive, affinché fra la prima e la seconda votazione intervenga il vaglio degli elettori.
Si obietterà che è giusto che ogni ex presidente della repubblica sia un senatore a vita affinché goda dello status e delle tutele dei parlamentari. Basta mettere in costituzione che ogni ex presidente gode delle stesse immunità dei deputati (o addirittura di immunità maggiori), ma non del seggio.

Semplice, no?

4 commenti:

Michele R. ha detto...

Buondi,

Non la propone nessuno perché sono poltrone in meno da scaldare. Concordo con te sul contenuto del post, aggiungo che ci metterei anche la riforma della legge elettorale con introduzione di uno sbarramento dal 5 al 8% senza obbligo di coalizzazione, così addio ai partiti personali.

Philip Michael Santore ha detto...

In realtà i partiti maggiori stanno iniziando a proporre il dimezzamento del numero dei parlamentari. Che vorrebbe dire mantenere il bicameralismo, ma con una camera di 315 deputati e un senato di 158 senatori. Il risultato di questa riforma sarebbe che l'incidenza percentuale dei senatori a vita raddoppierebbe: se oggi sono circa il 2%, domani sarebbero circa il 4%; se Napolitano nominasse cionque senatori a vita e poi finisse il suo mandato, da un 4.4% passeremmo a un 8.8% di senatori a vita: diventerebbero i king maker del sistema politico italiano.

È ovvio che il dimezzamento dei parlamentari dovrebbe prevedere anche l'abolizione dei senatori a vita. Ma occorre che lo propongano.

Se invece abolissero il senato, avremmo una riduzione di solo un terzo dei parlamentari, ma avremmo un sistema istituzionale più snello.

Riguardo alla legge elettorale:

Occorrerebbe un articolo intero. In breve: se una legge s'ispira al principio della rappresentanza proporzionale, ogni sbarramento, tanto è più alto, tanto più detto principio va a farsi benedire.

Paradossalmente la tua proposta andrebbe bene se lo sbarramento fosse come minimo al 25%.

Se si vuole la proporzionale, si deve accettare il multipartitismo e la frammentazione.

Altrimenti si dica che si vuole il maggioritario. In quel caso si approvi una legge che renda il più efficiente possibile la scelta di un governo e di un'opposizione da parte degli elettori. Se si sceglie ciò, il marchingegno che ha dimostrato di funzionare meglio è il sistema britannico.

Unknown ha detto...

Il più autorevole politologo italiano vivente ha fatto la sua proposta, ma nessuno lo ha ascoltato....chissaà perchè!!!

Guardate in questo video cosa ha proposto...

http://www.lazzeccagarbugli.com/azzecca-video/sondaggi-per-strada-/

Unknown ha detto...

Il più autorevole politologo italiano vivente ha fatto la sua proposta, ma nessuno lo ha ascoltato....chissaà perchè!!!

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