Già il titolo indica un supposto rapporto di causa ed effetto fra il declino e chi ha governato. Solo che Prospero & co. si limitano ad affermarlo senza dimostrarlo. Direte: ma se in un paese le cose vanno male è chi lo governa a doverne rispondere. Vero. Ma chi governa l'Italia? La risposta giusta è "l'insieme delle leggi vigenti". Continuiamo a leggere il dossier dell'Unità e capirete dove voglio arrivare.
Prospero scrive:
Di politiche economiche ed industriali neanche l’ombra.Ma da che mondo viene? Lo sa il Sig. Prospero che in un paese a libero capitalismo non è compito dello stato fare politiche industriali? Che per quello ci sono i privati imprenditori? Peggio ancora fa quando evoca la:
pretesa di prospettare un capitalismo che si autogoverna con imprenditori saliti al potere e fa a meno della mediazione politicaDove per mediazione politica forse inconsciamente intende le mazzette a Penati e il sistema delle coop...
Andiamo avanti: in un articolo del dossier è un tale Ronny Mazzocchi (è lui?) a sostenere l'accusa nei dettagli. Egli dice che in Italia ci sarebbe bisogno di:
una ristrutturazione non solo della struttura produttiva, ma anche dei modelli organizzativi e managerialiE chi dovrebbe ristrutturare caro Mazzocchi se non le imprese stesse? Mica è compito dei politici dettare alle imprese strutture produttive e modelli organizzativi e manageriali. Almeno non in una società libera.
Altra perla:
Si è fatta così largo la concezione semplicistica per cui la crescita economica si sarebbe ottenuta se tutti avessero prodotto di piùSì caro Mazzocchi: se la produttività (la produttività e non la produzione) cresce, cresce il paese. Poi aggiunge:
La crescita di una economia, infatti, dipende dalla nascita di nuove imprese, dall’aumento della dimensione di quelle già esistenti e dal progresso tecnologico.Quest'affermazione può essere condivisibile: sono tre fattori che possono determinare crescita. Mazzocchi dice che in Italia le cose vanno male perché le aziende non crescono e non fanno ricerca. E addossa la responsabilità a un supposto modello "piccolo è bello" voluto dal governo Berlusconi.
A parte il fatto che quel modello è parto della sua fantasia (di Mazzocchi), la realtà è che le imprese non crescono, perché il diritto del lavoro le scoraggia a farlo, dato che se un'impresa ha più di 15 dipendenti perde il diritto di licenziare i collaboratori. Poi inizia a trovarsi i sindacati in azienda. E perché il costo del lavoro è alto. E viene negoziato a livello nazionale. E le imposte sulle società e il livello delle imposte in generale deprime il settore privato. E perché la burocrazia è un ostacolo.
È ovvio che in un contesto del genere ci sono potenziali imprenditori che preferiscono investire nel mattone invece che creare ricchezza. È ovvio che chi cerca di stare sul mercato ricorre a precari. È ovvio, ma non lo è a Mazzocchi.
Passiamo ora ad un altro articolo dell'Unità. Ecco il titolo (non ridete):
Sondaggi: il Pdl crolla superato dal Pd al 25%
Ovviamente il calo dei consensi del PDL è dovuto alla crisi economica, dalle misure impopolari in discussione in questi giorni e soprattutto dall'aumento delle tasse. Ma il problema è che quei consensi non stanno andando al PD. Vanno in astensione o al terzo polo. Che per ora pare non abbia nessuna intenzione di allearsi col centro-sinistra. E che se rimarrà "terzo" polo alle prossime elezioni, o darà agli elettori l'impressione di poter vincere oppure verrà cannibalizzato, soprattutto dal centro-destra. E ai giornalisti e ai lettori dell'Unità resterà il ricordo di un paio di colpi di sole presi nel mese di agosto 2011.
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