mercoledì 27 novembre 2013

Cuneo fiscale o produttività?

Scrive Francesco Forte, di certo il più lucido commentatore economico di cose italiane in questi anni, a proposito del recente commento del Wall Street Journal sulle politiche del governo Letta:
I mali che il Wsj individua e le terapie che suggerisce, e che io condivido, sono assai differenti da quelle correnti che circolano nella Confindustria e fra i “riformisti” del Pd, che in parte le riecheggiano. Non c’è in questo articolo neanche un cenno al falso rimedio che essi sostengono: la riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro. Per me bugiardo surrogato della crescita della produttività che si può attuare solo fuoriuscendo dallo stato neo corporativo.
(...)
Mi pare condivisibile la diagnosi del quotidiano conservatore in cui c’è come punto centrale la non crescita che dipende dal mancato aumento della produttività, come detto. Questa è a sua volta collegata alla triade della mancata riforma del mercato del lavoro, della giustizia e della Pubblica amministrazione, dove albergano i tre grandi blocchi neo corporativi: di sindacati e Confindustria, della magistratura e delle burocrazie ai tre livelli di governo (centrale, regionale e locale) con le aziende ad essi connesse. Un’enfasi diversa da quella sulla regola del 3 per cento del bilancio da cui sono ossessionati il governo Letta e Bruxelles. Ma è appunto dalla produttività che dipende la riduzione del deficit e soprattutto del debito.
Riepilogando,
  • questi sono i tre principali problemi che frenano l'economia italiana:
  1. il mercato del lavoro
  2. la giustizia
  3. la pubblica amministrazione
  • e questi sono i tre blocchi che ne impediscono la riforma:
  1. i sindacati (e la Confindustria)
  2. la magistratura
  3. i dipendenti pubblici (e le aziende private che vivono di commesse pubbliche)
Si noti che i tre problemi sono quelli che Berlusconi indicò come tali, ma che non è riuscito a risolvere, mentre i tre blocchi sono proprio quelli che lo hanno avversato.

La morale della favola è chi governa e chi governerà potrà avere successo se sconfiggerà quei tre blocchi (o li convincerà a collaborare) al fine di riformare quei tre grandi problemi.

Ci sono le condizioni? Vaste programme, avrebbe detto De Gaulle. Forte si limita a fare questa considerazione:
mi pare sbagliata la tesi del Wsj secondo cui si potrebbe evitare il camposanto, mediante Matteo Renzi. Lui non ha mai affrontato la “triade di riforme” di cui il quotidiano americano è paladino. Ma il Wsj ha ragione nel dire che queste riforme trovano un grave ostacolo nel Pd
Comunque vada prima o poi il PD, guidato o meno da Renzi, si troverà davanti il dilemma se affrontare il problema della produttività  riformando davvero il paese (e quindi mettendosi contro i suoi elettori) oppure uscendo dall'Euro (e quindi rimangiandosi le sue ben radicate convinzioni).

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