venerdì 8 novembre 2013

Su Alitalia - 3

Ieri Matteo Renzi, ospite della trasmissione Servizio Pubblico, ha ricostruito a suo uso e consumo la vicenda della mancata vendita di Alitalia al gruppo Air France-KLM. In un paese senza memoria storica come il nostro anche questo è possibile. Fra le altre cose il sindaco di Firenze ha detto:
«Non si può dire che su Alitalia non è colpa di Berlusconi, ma della Cgil. Berlusconi ogni volta dà la colpa ad altri, ma ha fallito lui perché non ha fatto le cose, non perché c’erano gli altri a ostacolarlo»
«Alitalia il governo Prodi voleva darla ai francesi nel 2008. Per me era  un errore darla ai francesi. Bisognava andare verso i russi, il far east. Ma comunque Berlusconi bloccò l’operazione in nome della italianità»
A dire il vero il governo Prodi nel 2007 ci aveva provato a venderla ad Aeroflot. E pure ad Air China, ma il giovane sindaco di Firenze queste cose pare che non le sappia. E poi, se venderla ai Francesi era un errore, allora, quali che fossero le motivazioni, chi si oppose, secondo la logica di Renzi, aveva ragione ad opporsi.

Ma quel che è più grave è che Renzi ha descritto la vicenda in un modo che si può sintetizzare così:
  1. Il governo Prodi voleva vendere a Air France;
  2. A gennaio 2008 il governo cadde;
  3. Da quel momento il governo Prodi fu solo un esecutore delle volontà del dominus di fatto, Berlusconi, che, forte del favore dei sondaggi, di lì a poco avrebbe vinto le elezioni;
  4. Per cui, fra febbraio e marzo, contava solo la volontà di Berlusconi;
  5. Ergo è lui il responsabile di tutto.
E poi, per replicare a Maurizio Belpietro, che gli aveva fatto notare che fu l'opposizione dei sindacati, fra cui la CGIL, a far saltare la vendita a Air France, ha aggiunto la battutina:
«L’operazione Alitalia l’ha fatta la Camusso d’accordo con Berlusconi…»
Peccato che nel 2008 la Camusso non fosse a capo della CGIL (lo sarà a partire dal 3 novembre 2010), ma che ne fosse segretario Guglielmo Epifani. Il quale, come ha fatto notare recentemente Claudio Cerasa de Il Foglio, ebbe a dire a trattativa conclusa coi capitani coraggiosi:
“Si è raggiunta un’intesa complessiva assolutamente positiva, anche tenendo conto di alcuni chiarimenti e aggiunte”. (intervista al Corriere della Sera del 25 settembre 2008)
Lo stesso Epifani, sei mesi prima durante i giorni della trattativa, disse, sempre al Corriere della Sera, che la proposta di Air France era
«Un ricatto. Un triplo ricatto: al governo, al sindacato a Malpensa. Perché a tutti viene chiesto un sì obbligatorio. Nel senso che se uno risponde no o avanza altre proposte, allora diventa responsabile del fallimento della compagnia. Ma Air France, governo e Alitalia che hanno già concordato tutto tra loro, escludendo il sindacato, non possono pensare di scaricare su di noi la responsabilità delle sorti dell'azienda»
E fece questa contro-proposta:
«Il governo e l'azienda trovino il modo di garantire la vita dell'Alitalia per altri 60-70 giorni. Si avrebbero diversi vantaggi. Si potrebbe sviluppare il confronto oltre la data ultimatum del 31 marzo dettata da Spinetta. E si arriverebbe al nuovo governo. Il che ci metterebbe al riparo da ripensamenti rispetto a un eventuale accordo firmato prima delle elezioni. Non a caso lo stesso Spinetta pone la condizione di avere il via libera dal nuovo governo»
Il via libera del nuovo governo. Ma il 20 marzo nessuno sapeva quale sarebbe stato l'esito delle elezioni. I sondaggi sino ad allora pubblicati mostravano il PD in recupero rispetto al PDL e l'UDC di Casini (che era per la vendita a Air France) in ascesa. La media dei sondaggi indicava che il PDL non avrebbe preso la maggioranza anche al senato. Poi il 14 aprile a sorpresa arrivò anche la maggioranza al senato grazie alla vittoria anche in regioni come Lazio, Campania e Liguria, fino all'ultimo date appannaggio dell'avversario.


Va da sé che se il centrodestra non avesse avuto i numeri per governare da solo, Berlusconi avrebbe dovuto convincere l'alleato di governo ad appoggiare il suo piano alternativo. Cosa non scontata.

Torniamo alla ricostruzione di Renzi. I punti 3, 4 e 5 sono una balla colossale. Perché fra febbraio e marzo, nonostante Berlusconi avesse manifestato la propria contrarietà, Prodi e Padoa-Schioppa, assieme all'amministratore delegato di Alitalia Prato continuarono a trattare con l'amministratore delegato del gruppo Air France-KLM Spinetta.

Ora delle due l'una: o trattavano perché speravano di concludere l'accordo, e se lo speravano vuol dire che intendevano concluderlo nonostante l'opposizione di Berlusconi; oppure stavano solo perdendo tempo sapendo di perderlo.

Qualcuno di voi sarà tentato di dire che sia Prodi che Spinetta che i sindacati sapevano di fare qualcosa di inutile, dato che poi Berlusconi, una volta al governo, avrebbe mandato tutto all'aria. Sbagliato: l'11 febbraio il PDL dichiarò alla stampa estera che se il governo Prodi avesse concluso con Air France il futuro governo Berlusconi avrebbe onorato l'accordo, pur non condividendolo.

Il resto è storia nota: a fine marzo 2008 i sindacati non accettarono la proposta di Air France chiedendo invece di continuare a trattare, l'amministratore delegato di Alitalia si dimise e air France ritirò l'offerta. Al subentrante governo Berlusconi non restò che cercare di mettere assieme in breve tempo l'unica privatizzazione possibile che era rimasta: quella alla cordata italiana.

4 commenti:

PaoloVE ha detto...

"Sbagliato: l'11 febbraio il PDL dichiarò alla stampa estera che se il governo Prodi avesse concluso con Air France il futuro governo Berlusconi avrebbe onorato l'accordo, pur non condividendolo."

come avevo già avuto modo di dirti qui:

http://acutocomeunapalla.blogspot.it/2013/10/oggi-mi-sento-un-po-phastidioso.html?showComment=1383606394489#c3642722370391036221

Una singola dichiarazione di Brunetta non è la posizione del PdL, specialmente se Berlusconi dice altro. Come ha fatto per Alitalia in più occasioni. Eccone un reciso esempio:

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/03/berlusconi-alitalia-governo.shtml

E questa è una prova di quanto affermo riguardo a chi vada tenuto in considerazione tra Brunetta e Berlusconi:

http://video.corriere.it/governo-berlusconi-vota-fiducia-ma-brunetta-non-sa/1016ef8c-2b7a-11e3-93f8-300eb3d838ac

...e con questo saluto definitivamente questo blog...

Ciao

Paolo

Philip Michael Santore ha detto...

La dichiarazione di Berlusconi (il grassetto è mio) è:

«quando saremo al Governo, non concluderemo una trattativa alle condizioni che abbiamo conosciuto prima del 13 di aprile»

La dichiarazione di Brunetta, che parlava a nome del PDL, è che invece (riassumo): 'qualora quando saremo al governo troveremo un accordo concluso noi lo rispetteremo'.

Non risulta che questa presa di posizione sia mai stata smentita.

Delle due l'una: o sostieni che la posizione di Brunetta era a titolo personale o che era a titolo di rappresentante del PDL.

Se sostieni la prima basta ascoltare l'audio della conferenza stampa per capire che così non era.

Se invece sostieni che parlava a titolo di rappresentante del PDL, ma che poi Berlusconi poteva smentire quella posizione con una decisione successiva, allora si può altresì sostenere che anche la dichiarata contrarietà all'accordo con Air France non contava nulla, dato che una volta al governo poteva tornare sui suoi passi...

Dopo di che ti invito a rileggere la cronologia di quegli eventi e a fare una considerazione semplice semplice: se l'ostacolo principale era Berlusconi,

1. perché Air France non trattò con lui?
2. perché Air France continuò un'inutile trattativa con Alitalia, col governo in carica e coi sindacati?

PaoloVE ha detto...

"Non risulta che questa presa di posizione sia mai stata smentita."

Nemmeno quella che ti citavo in cui dichiarava che il Pdl abbandonava la maggioranza con decisione "all'U-NA-NI-MI-TA'". Ma abbiamo visto com'è andata. Semplicemente SB ha disposto altro e tutti i suoi hanno obbedito. A cosa serve una smentita nel PdL?!?

"La dichiarazione di Berlusconi è: «quando saremo al Governo, non concluderemo una trattativa alle condizioni che abbiamo conosciuto prima del 13 di aprile»" e "se l'ostacolo principale era Berlusconi,... perché Air France non trattò con lui?"

Belle arrampicate sugli specchi.

Peccato che una settimana prima SB fosse stato ancora più tranchant:

"La risposta ad AirFrance? La darà già il prossimo presidente del Consiglio e sarà un chiaro e secco no!"

Ma immagino che questa sia per te una solida base per proseguire una trattativa con SB (che contemporaneamente spiegava come stesse mettendo insieme una scalata contro Air France) e che non possa essere considerata una chiusura definitiva.

Come evidentemente non ritenevi tale il "...e con questo saluto definitivamente questo blog..." cui mi hai improvvidamente costretto a derogare per l'ultima volta.

Ma per me lo è. Non disturberò più l'ordine di questo blog, promesso.

Ciao

Paolo

Philip Michael Santore ha detto...

"La risposta ad AirFrance? La darà già il prossimo presidente del Consiglio e sarà un chiaro e secco no!"

Appunto: quando è che un prossimo presidente del consiglio può dare una risposta? Di solito quando vi è una domanda alla quale l'attuale presidente del consiglio detta risposta non l'ha già data.

Facendo l'avvocato del diavolo potrei suggerirti che semmai quello che tu potresti obiettarmi è che essendosi il governo Prodi deciso tardi a offrire Alitalia a Air France e avendo avuto l'imprevisto della crisi e delle elezioni anticipate, c'erano ottime probabilità che, anche volendolo tutti, probabilmente non avrebbero fatto in tempo a mettere Berlusconi davanti al fatto compiuto (*). Quello sì.

"Ma immagino che questa sia per te una solida base per proseguire una trattativa con SB"

Sono perfettamente d'accordo con te: non lo è. Ma allora non lo è neanche per proseguire la trattativa col governo dimissionario e i sindacati, se tanto poi io penso che il nuovo governo la straccerà.

Quindi, se vuoi dibattere della cosa senza pregiudizi, devi chiederti:

perché Spinetta continuò la trattativa nonostante il no di Berlusconi?

Ecco, se dai una risposta plausibile a questa domanda, hai la chiave per capire la vicenda Alitalia.



(*) Al che però occorre con onestà altresì dire che se invece ci fossero riusciti, poi sarebbe stato difficile per Berlusconi stracciare tutto: quando prese in mano la "grana" (perché di quello poi si è trattato) Alitalia, B. poteva dire di avere ereditato una società sull'orlo del baratro (in questo caso la metafora è appropriata) il cui ultimo salvataggio era stato rifiutato dai sindacati. Se invece avessero siglato l'accordo, B. avrebbe potuto facilmente dire "Avete visto che brutto accordo? Colpa di Prodi! Io non ci posso più fare niente, dato che pacta sunt servanda...", piuttosto che andare a impelagarsi nella ricerca della cordata e di un nuovo accordo con dei sindacati a lui ostili...