lunedì 18 novembre 2013

I conti della serva

Forse ai più è sfuggito, ma questo fine settimana, oltre a segnare la scissione nel PDL, è stato il secondo anniversario della caduta del governo Berlusconi. La fine del suo governo ha comportato una specie di appoggio esterno dello stesso ai due governi che gli sono succeduti, quello Monti e quello Letta. Un appoggio talvolta leale, talvolta no. Comunque si voglia giudicare l'atteggiamento del PDL rispetto a questi due governi una cosa la si può dire: da due anni non è più Berlusconi a fare le scelte di governo, dato che egli si è limitato solo o ad avallarle a posteriori o a criticarle. Solo in un caso, la sospensione dell'IMU sulla prima casa, ha cantato vittoria imponendola agli alleati di governo. Poca cosa in verità.

Se quello riassume l'influenza di Berlusconi rispetto alle scelte di governo degli ultimi due anni, forse è giunto il momento di cominciare a fare un primo bilancio: a conti fatti cosa gli Italiani hanno guadagnato da quest'estromissione? Da fine 2011 il debito pubblico in percentuale del PIL è passato dal 120.8% al 132.27% (stima FMI), il tasso di disoccupazione era al 8.5% e oggi è al 12.5%: quattro punti secchi. Il PIL (che nel 2011 ha avuto una crescita, seppur simbolica, dello 0.375) nel 2012 è diminuito del 2.37% e quest'anno (sempre stima FMI) diminuirà di un altro 1.78%.

Il governo Monti, che con il decreto salva-Italia si proponeva di anticipare il pareggio di bilancio al 2013 ha lasciato al governo Letta un deficit al 3%. E c'era chi nel 2012 immaginava un inesistente effetto Monti.

Scrive oggi Angelo Panebianco sul Corriere della Sera a proposito della bocciatura da parte dell'UE della legge di stabilità:
non siamo ritenuti affidabili, credibili, il che ci rende deboli nelle negoziazioni, ci toglie la forza che sarebbe indispensabile per strappare condizioni a noi più favorevoli.
Nemmeno la tanto decantata credibilità, forse la principale keyword del gergo politico nel 2011, abbiamo (ri?)acquistato.

Ora Berlusconi presumibilmente si prepara a prendere le distanze dal governo Letta. Se non altro almeno la Camusso la smetterà di dargli pubblicamente la colpa. Suppongo però che sarà poco credibile quando la prossima volta tentasse di darla ad Alfano. Forse è tempo che qualcun altro cominci a sua volta ad assumersi le sue responsabilità.

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