Una buona legge maggioritaria (ammesso, e non concesso, che egli riesca ad ottenerla) non basta per dare al Paese un buon governo. È una condizione necessaria, ma non sufficiente. Senza una riforma costituzionale che, per lo meno, superi il bicameralismo simmetrico (due Camere con uguali poteri) e dia qualche strumento di azione in più al primo ministro, un governo efficace ed efficiente non è possibile. Anche con una buona legge elettorale Berlusconi (come chiunque altro), in assenza di interventi sulla Costituzione, rischia domani di fallire nella azione di governo, pur disponendo, eventualmente, di una larga maggioranza parlamentare.In realtà l'articolo di Panebianco non è di qualche anno fa, ma di oggi. E la parola in neretto Berlusconi l'ho messa io al posto della parola Renzi. Credo di aver reso l'idea.
martedì 26 novembre 2013
A proposito di larghe maggioranze
A proposito di larghe maggioranze e conseguenti aspettative da parte della gente. Scriveva l'autorevole Angelo Panebianco sul Corriere della Sera (il grassetto è mio):
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4 commenti:
Vero in parte.
E comunque Berlusconi la legge elettorale è riuscito pure a peggiorarla.
A parte il passaggio dal collegio uninominale al voto di lista che l'attuale legge elettorale sia peggiore della precedente è solo una leggenda metropolitana.
Non è leggenda metropolitana,è una cosa che dice chiunque ne capisca di sistemi elettorali.
I sistemi elettorali non sono cose particolarmente complicate: tutti possono capirli e giudicarli.
Per dire: le ultime due leggi elettorali sono state redatte rispettivamente da Mattarella e Calderoli, due personaggi, se mi permetti, di second'ordine.
Ribadisco: a parte il passaggio dal collegio uninominale al voto di lista che l'attuale legge elettorale sia peggiore della precedente è solo una leggenda metropolitana.
Se non sei d'accordo, argomenta.
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