mercoledì 12 ottobre 2011

La gioiosa macchina da guerriglia

È certamente cosa lecita ipotizzare che quando il governo va sotto dietro ci siano non delle mere assenze casuali, ma delle assenze volute. Che quello sia lo scenario da approfondire non toglie il fatto che sarebbe bastato un deputato in più rientrato in aula qualche secondo prima per parlare oggi d'altro.

Come ho scritto in un articolo precedente, quando un governo ha un margine di una trentina di deputati è statisticamente facile mandarlo sotto. Basta che i ministri stiano facendo altro, che dei deputati siano in missione, etc. etc.

Se poi a tutto ciò si aggiunge la tecnica dell'opposizione di presentare centinaia di emendamenti, inutilissime mozioni, richieste di verifica del numero legale e quant'altro i regolamenti parlamentari permettono, l'opposizione nei fatti ha il potere di rallentare -e di molto- il processo di approvazione delle leggi.

Nello specifico ieri le cose sono andate così:
Il trucco di Giachetti, deputati nascosti prima del voto
Tre democratici in corridoio, rientrati per la conta decisiva

Roma, 11 ott. (TMNews) - Il giochetto di Roberto Giachetti: non è uno scioglilingua ma un piccolo tranello orchestrato ai danni della maggioranza dal segretario d'aula del Partito democratico alla Camera. Pochi istanti prima della votazione che ha affondato l'articolo 1 del rendiconto finanziario dello Stato, in un'altra votazione la maggioranza se l'era cavata per pochi voti.

In quel momento, secondo quanto raccontano fonti parlamentari dell'opposizione, Giachetti aveva 'nascosto' in un corridoio tre deputati per tenere leggermente più bassi i numeri dell'opposizione e depistare la maggioranza. Quei deputati poi sono rientrati insieme in aula cambiando i numeri al momento opportuno e determinando la sconfitta della maggioranza alla presenza del presidente del Consiglio.
Questa è guerriglia parlamentare. Solo che così facendo il PD fa perdere tempo al parlamento, che dovrà votare di nuovo il bilancio, e quindi al paese.

Questo è sfascismo: qui non ci sono i diritti costituzionali in gioco, cosa che giustificherebbe quest'atteggiamento, ma c'è il legittimo desiderio di una maggioranza scelta dal popolo di dettare l'agenda politica e di approvare le leggi proposte.

Il parlamento non è una campo da battaglia dove si tenta di dare spallate al governo per avere i titoli dei giornali. Comportarsi così non è degno della leale opposizione di sua maestà. Quella che vorrebbe un domani andare al governo. E che ci deve andare solo se convince il popolo di essere migliore di chi governa oggi. Ma essere leali è incompatibile col sabotare l'indirizzo politico della maggioranza. Quello è un comportamento sleale.

Il PD deve scelgiere una buona volta se vuole essere un partito di lotta o un partito di governo: Berssani & Co. avrebbero fatto una figura migliore se avessero fatto uscire qualche deputato dall'aula, e avessero poi rivendicato il merito di aver fatto passare il bilancio, a fronte di una maggioranza incapace di portare i suoi in parlamento.

Invece ancora una volta hanno preferito giocare la carta dello sfascismo, del tanto peggio tanto meglio. E purtroppo non è una mera scelta errata del gruppo dirigente del PD, ma un retaggio culturale dell'ex-PCI, abituato a usare la piazza come un luogo dove celebrare un rito che evocasse la rivoluzione di popolo contro l'ordine costituito.

E quel che è peggio è che il popolo della sinistra incoraggia questo tipo di comportamento: infatti ogni volta che la maggioranza approva una legge particolarmente sgradita sono pronti numerosi gruppi di elettori "indignati" che rinfacciano questa e quell'assenza in aula di deputati dell'opposizione e che chiedono a Napolitano di farsi loro complice non firmandola.

Occorre purtroppo prendere atto che il centrodestra si trova ancora, a 17 anni di distanza, a fronteggiare uno schieramento, in parlamento e nel paese, che ha la mentalità della gioiosa macchina da guerra. Solo che oggi, confinata all'opposizione in parlamento, è solo una gioiosa macchina da guerriglia.

1 commento:

Frank77 ha detto...

Analisi molto parziale.
Questo comportamento mica è una novità,lo faceva anche il cdx quando era opposizione.
Oltretutto le scuse per gli assenti possono valere in una votazione normale,non certo in una votazione di questa importanza.
Il fatto che sia mancato gurdacaso Tremonti e il gruèppetto degli irresponsabili è un preciso messaggio politico,altrimenti non si spiegherebbe perchè poi Berlusconi abbia fatto mettere la fiducia.
In quanto a pagliacceria poi il csx di Berlusconi che votò contro la missione in afghanistan per mettere in difficoltà il governo prodi non può insegnare niente a nessuno.