domenica 3 marzo 2013

Una cosa a proposito del "parlamento pulito"

Chi scrive  è contrario a proposte quali il limite e due mandati parlamentari o il cosiddetto "parlamento pulito", cioè l'ineleggibilità di chi è stato condannato. Se il popolo vuole eleggere dei condannati come propri rappresentanti, siccome è sovrano, deve poter essere libero di farlo.

Ma tant'è: il Movimento Cinque Stelle si fa vanto della proposta. Vediamo allora come la applica. Indubbiamente i 162 eletti al parlamento sono "puliti", mentre Grillo non si è candidato appunto perché ha una condanna per omicidio colposo (come se un incidente stradale rendesse una persona indegna di fare il parlamentare, ma vabbè...).

C'è un però: appare sempre più evidente come gli eletti del M5S prendano ordini da Grillo. Cioè sono eterodiretti da un extraparlamentare condannato. I casi Favia e Salsi lo dimostrano: Grillo formalmente è solo il proprietario del blog e del simbolo della lista. In quanto tale inibì ai due l'uso del simbolo. In pratica la non ricandidatura, quindi l'espulsione politica.

La cosa ricorda la mafia siciliana quando si scoprì che era ancora comandata da Totò Riina, che, pur essendo in carcere, dava gli ordini tramite i pizzini. Grillo invece lo fa scrivendo articoli sul suo blog.

A cosa serva un parlamento di non condannati quando questi prendono gli ordini da un extraparlamentare condannato non mi è chiaro.

Quando ci saranno le consultazioni per nominare il nuovo presidente del consiglio Napolitano, per avere delle certezze e agire di conseguenza, vorrà parlare con chi comanda nel M5S. Se Grillo deciderà di presentarsi allora il fatto che quel partito politico è agli ordini di un condannato diverrà evidente a tutti. Con la conseguente perdita di credibilità che ne deriverà.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non credo che Grillo andrà a parlare da Napolitano,ma manderà uno dei suoi.

Piuttosto io ho un'altra domanda:questa legge elettorale obbliga ad indicare un candidato premier;ora il M5S chi ha indicato come premier?

Frank77

Philip Michael Santore ha detto...

La legge elettorale prevede che (i grassetti sono miei):

Contestualmente al deposito del contrassegno di cui all'articolo 14, i partiti o i gruppi politici organizzati che si candidano a governare depositano il programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come capo della forza politica. I partiti o i gruppi politici organizzati tra loro collegati in coalizione che si candidano a governare depositano un unico programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come unico capo della coalizione.
Restano ferme le prerogative spettanti al Presidente della Repubblica previste dall'articolo 92, secondo comma, della Costituzione.


Dunque non c'è l'indicazione del premier (inteso come candidato primo ministro), ma del capo (della singola forza politica o della coalizione).

Il Movimento Cinque Stelle ha indicato Beppe Grillo.

Dunque Napolitano, oltre ai capigruppo M5S di Camera e Senato, a logica dovrebbe invitare anche Grillo alle consultazioni.

Anonimo ha detto...

Io credo che, nonostante tutto, non sarà chiaro un bel niente. O meglio, sarà chiaro per chi vorrà vederlo. Esattamente come con Berlusconi. E' chiaro che ha perlomeno delle frequentazioni torbide, affari poco chiari e che si è fatto leggi che, oggettivamente, lo hanno favorito. Ma dal 1994 si è candidato e per 3 volte ha vinto le elezioni nonostante questo.

Oppure sarà chiarissimo, ma ai militanti starà bene così.