giovedì 26 luglio 2012

La "balla" che l'Euro avrebbe fatto calare i tassi d'interesse

Chi difende la necessità dell'Euro spesso usa l'argomento del tasso d'interesse: che era alto al tempo della Lira e che l'adesione alla moneta unica ha permesso di abbassare a livelli tedeschi, o quasi. Ho messo nel titolo la parola balla fra virgolette perché la questione è più complessa: nell'affermazione c'è del vero, ma c'è anche del falso. Da un lato è vero che il passare da una valuta storicamente debole, soggetta a un continuo deprezzamento, inflazione e alti tassi d'interesse, ad una forte ha tolto all'Italia gli appena citati effetti derivanti dall'avere una valuta debole.

Tuttavia il tasso d'interesse in Italia stava già calando ben prima che si sapesse che ci sarebbe stato l'Unione Monetaria Europea e che l'Italia ne avrebbe fatto parte. Nella figura qui sotto si vede l'evoluzione del tasso d'interesse: è una linea in calo dal 1983-84.



Si obietterà che il calo non è continuo. Facciamo un passo indietro e riassumiamo in poche parole la storia monetaria recente dell'Italia. Che aveva negli anni settanta la Banca d'Italia che finanziava gli enormi deficit di bilancio dello stato comprandone i titoli e causando inflazione e svalutazione. Nel 1979 l'Italia aderisce al Sistema Monetario Europeo, che comporta che la Lira non oscilli (ovvero non si svaluti) più di tanto rispetto alle altre valute che ne facevano parte. Conseguenza: la Banca d'Italia (aiutata dalle altre banche centrali dell'area SME) non può più stampare moneta a piacimento per coprire i buchi di bilancio dei governi, dato che ciò provocherebbe inflazione, che a sua volta causerebbe la svalutazione della Lira. Deve invece attuare una politica più rigorosa. Detto cambio viene ufficializzato nel 1981 da Beniamino Andreatta, ministro del Tesoro.

Poco dopo cominciano a vedersi gli effetti di questa nuova politica monetaria e il tasso d'interesse comincia a scendere. Riguardo allo SME va detto che all'inizio all'Italia fu concessa una banda di oscillazione del 6%. Poi progressivamente negli anni ottanta l'Italia adattò la propria politica monetaria per poter difendere una banda del solo 2.25%. La banda stretta fu ufficializzata all'inizio del 1990. Nel riquadro in arancione si vede infatti come il dover difendere una parità più stretta abbia causato un temporaneo rialzo dei tassi d'interesse. La banda stretta terminò nel 1992, allorché l'Italia ne concordò una amplissima del 15%.

Per cui, se togliamo la parentesi della banda stretta, vediamo come la discesa del tasso d'interesse è una linea continua dal 1983-84 fino al 1999, anno in cui inizia la parità pre-euro a 990 Lire per un Marco.

Eppure il trattato di Maastricht è del 1992, la fissazione del tasso di cambio finale della Lira è del novembre 1996, la conferma ufficiosa della partecipazione italiana all'Unione Monetaria è dei due anni seguenti: tutti fatti successivi all'inizio del calo dei tassi, che avviene all'incirca dieci anni prima per i motivi sopra esposti.

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