sabato 9 ottobre 2010

Un nuovo governo, una nuova legge elettorale

La linea politica del PD è, secondo quanto dichiarato da Bersani, di andare a un "breve governo di transizione con al primo punto una legge elettorale". Non si tratta di una dichiarazione isolata, ma di una linea confermata durante l'estate da altri esponenti del suo partito. Da Marino, che propone di fare un "Governo per cambiare legge elettorale e poi voto", e da Fassino, che dice: "Non vogliamo un ribaltone, ma un governo con un solo obiettivo: cambiare la legge elettorale".

La domanda è: perché per votare una nuova legge elettorale il PD pensa di dover formare un nuovo governo? Non sarebbe più logico che facesse la sua proposta di riforma o che cercasse un compromesso sul tema in parlamento, senza bisogno di aprire una crisi di governo? Dopo tutto le leggi le fa il parlamento e non il governo.

Ovviamente quello che il PD non dice è che non vuole negoziare l'ipotetica legge elettorale con l'attuale maggioranza (o parte di essa) rimanendo all'opposizione, ma vuole formarne una nuova. Il che, tradotto in un linguaggio semplice, vuol dire che propone un ribaltone.

Oltre a ciò la posizione del PD è insostenibile, perché il PD stesso non sa quale legge elettorale vuole. Dire di non volere la legge attuale perché sarebbe "una porcata" non è sufficiente: occorre dire quale altro tipo di legge elettorale si vuole. E lì casca l'asino, perché nel PD c'è chi come D'Alema che vuole il sistema tedesco (cioè una proporzionale), chi come Veltroni che vuole il sistema francese (cioè un maggioritario a due turni) e altri che vorrebbero il ritorno alla legge Mattarella.

Quindi, anche qualora venisse fatto questo nuovo governo, esso sarebbe antidemocratico per due ragioni: la prima perché sovvertirebbe le elezioni del 2008 e la seconda perché la ragione prima della sua formazione (la riforma elettorale) sarebbe avvolta nel mistero fintanto che le fazioni al potere non raggiungessero un accordo.


Sarebbe maggiormente rispettoso della democrazia che il PD prima si chiarisse le idee su quale sistema elettorale vuole (e che lo facesse una volta per tutte), che lo mettesse nero su bianco, e che prendesse posizione durante una campagna elettorale. Davanti alla gente. Ciò affinché la gente abbia la possibilità di dire la sua, e non di assistere da sudditi allo spettacolo dei politicanti.

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