giovedì 2 dicembre 2010

Lettera aperta a Benedetto Della Vedova

Se potessi inviare un commento a quanto Benedetto Della Vedova -deputato che stimo- ha scritto sul suo blog, dove i commenti sono attualmente disabilitati, gli scriverei quanto segue.

Egli ha detto che:
  1. chi il 14 dicembre voterà la fiducia al governo Berlusconi in realtà innescherà il processo che porterà alle elezioni anticipate;

  2. viceversa chi voterà la sfiducia, pur aprendo la crisi di governo, determinerà un processo politico che porterà a un nuovo governo, e quindi alla prosecuzione della legislatura, "a partire dalla maggioranza di centro destra" (qualsiasi cosa ciò significhi).
Entrambe le affermazioni sono degne di nota.

La prima lo è perché conferma quanto da me sostenuto: cioè che il potere di diritto di sciogliere il parlamento è del presidente della repubblica, ma quello di fatto è -e deve essere- del capo del governo purché abbia la fiducia delle camere.

E di certo non è un potere del parlamento. Infatti, secondo chi sostiene il dovere del presidente della repubblica di verificare l'esistenza di una maggioranza parlamentare e -se vi è- di adeguarsi al suo volere, queste votando la fiducia impedirebbero a Napolitano di accordare poi a Berlusconi le elezioni anticipate.

Quindi, qualora il governo ottenga la fiducia, mi attendo che Benedetto Della Vedova non contesti la richiesta di Berlusconi di andare ad elezioni anticipate ed il suo eventuale accoglimento da parte di Napolitano, sulla base che ci sarebbe in parlamento una maggioranza alternativa.

Passiamo alla seconda affermazione. Se Della Vedova è sincero nel chiedere un nuovo governo con maggioranza di centro destra, esso rifletterà di nuovo gli attuali rapporti di forza: sarà sostenuto da 235 deputati del PDL, 59 della Lega, 36 di FLI, nonché da qualcuno oggi iscritto al gruppo misto. Numeri analoghi al Senato. Per cui i finiani non otterrebbero niente di più rispetto ad ora.

Forse però Della Vedova prefigura una nuova maggioranza di centro destra che parta dall'attuale e che arrivi non si sa dove. Si può immaginare che intenda includervi i neo alleati terzopolisti: l'UDC e magari l'API di Rutelli. Ma anche in questo caso, anche qualora nascesse, essa non muterebbe gli attuali rapporti di forza. Anzi, con l'ingresso dei centristi FLI perderebbe il suo esclusivo potere di ricatto sul governo.

Per farla breve: senza Berlusconi, fintanto che potrà contare su almeno 40 deputati o 20 senatori a lui fedeli, non nasce nessun nuovo governo di centro destra. E allora perché fare cadere l'attuale se si punta a un governo fotocopia e a reiterare l'impegno sui cinque punti?

Vi è anche la possibilità che l'espressione "a partire dalla maggioranza di centro destra" significhi qualcos'altro. Cioè una maggioranza con parte del centro destra (FLI e MPA) ma senza Berlusconi. Detto in parole semplici: il ribaltone.

Quale che sia, è evidente che Della Vedova sta partecipando a delle manovre di palazzo poco trasparenti, con giochi di parole in politichese e sulla testa degli elettori.

Che la Gabina elettorale gli sia lieve.

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