Allora ricapitoliamo: se i politici stanno troppe legislature in parlamento non va bene, se invece ne fanno poche non va bene uguale, perché quelli che non vengono rieletti percepiranno subito una pensione. Poi si dice che i parlamentari guadagnano troppo. Ma parte dei guadagni è rapportata alla presenza in parlamento: più partecipano a sedute più ci costano, e non va bene. Però se in parlamento ci vanno di rado non va bene, e anzi viene stigmatizzato il fenomeno dell'assenteismo. Fenomeno che viene ancor più stigmatizzato quando le camere d'estate non si riuniscono. Se però si riuniscono e dibattono, votano, ed emendano, allora la gente si arrabbia per le lungaggini dell'iter legislativo.
Quindi per l'utente medio che fa click su mi piace e commenta sui siti dei giornali che stanno dalla parte dei cittadini l'identikit del politico perfetto è uno che va in parlamento idealmente gratia artis, ci sta non più di due legislature, ha un'indennità la più bassa possibile, nessuna pensione, frequenta assiduamente le aule parlamentari e interrompe la sua precedente attività professionale. Resta da capire però come questa persona possa dopo dieci anni in cui ha perso la sua professionalità e/o i clienti tornare a fare quel che faceva prima e soprattutto che livello medio di persone (e con quali incoffessabili motivazioni) sarebbero disposte a distruggere la propria carriera per mettersi al servizio della collettività a queste condizioni faustiane. Invece il livello mentale medio diffuso dei loro sedicenti datori di lavoro è noto e dà il nome al presente blog.
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